Rassegna internazionale di drammaturgia contemporanea
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IN ALTRE PAROLE
XVIII edizione
Da mercoledì 8 novembre a mercoledì 20 dicembre 2023
Continue readingBuoni o Cattivi?
Punti di vista
Personaggi presi in prestito dalle Sacre Scritture, Boccaccio, Shakespeare, Allen… Uno zibaldone semiserio che spazia tra storia e letteratura, tra parodia e teatro classico, tra antiche fiabe terrificanti e sketches, ponendosi sempre la stessa domanda: nell’era della relatività ha ancora senso dividere il mondo tra buoni e cattivi? A volte il buono risulta insopportabile, il cattivone è solo ridicolo, a volte dipende dal punto di vista: ogni nemico ha un nemico malvagio per cui è lui il nemico malvagio. Nel secolo dei dubbi, in cui la comunicazione ci bombarda continuamente con messaggi contraddittori siamo così sicuri di saper distinguere cos’è il bene e cos’è il male? Chi sono i buoni e chi sono i cattivi?
Sul palco Franco Oppini, Miriam Mesturino e Gino Auriuso si avvicendano, si intersecano, si doppiano in una carrellata che scandaglia il teatro e la letteratura di tutti i tempi alla ricerca dell’eterno contrasto tra il bene e il male, a volte reinterpretando in chiave dubbiosa grandi sfide, come quella tra Caino e Abele, a volte portando in scena brani di grandi autori che già di questo dubbio hanno fatto tesoro (da Shakespeare a Woody Allen, da Boccaccio a Pirandello). Il ritmo è incalzante, l’ironia è imperante, ma lascia spazio a momenti di pura e intensa teatralità.
La Locandiera
La “più bella commedia di Carlo Goldoni” (e una delle più divertenti) è confezionata in un allestimento di pregio che vede protagonista Miriam Mesturino, accreditata interprete goldoniana, affiancata da Luciano Caratto, con Alessandro Marrapodi, diretti da Enrico Fasella.
Completano l’affiatato cast: Barbara Cinquatti, Stefano Fiorillo, Maria Elvira Rao e Stefano Bianco. Accanto a loro, i giovani talenti del Liceo Germana Erba: Mattia Tarantino, David Daryl Miceli e Andrea Pampanini.
Questo brillantissimo capolavoro goldoniano, andato in scena al teatro Sant’Angelo di Venezia il 26 dicembre 1752, narra l’avventura di Mirandolina, serva e padrona al tempo stesso di una locanda fiorentina. Mirandolina è un’ottima locandiera; oggi la definiremmo una capace donna-manager.
Intorno a lei personaggi spassosissimi: il Conte parvenu e spendaccione; il Marchese spocchioso visionario d’una antica ricchezza e d’una presente, inutile nobiltà; il Cavaliere misogino ma più di ogni altro ingenuo e Fabrizio, sinceramente innamorato.
La Compagnia Torino Spettacoli affonda le sue radici sessantennali nell’attività del grande pioniere Giuseppe Erba e nella sua straordinaria esperienza produttiva, in Italia e nel mondo. E’ però con la ristrutturazione e la nuova vita del Teatro Erba di Torino, alla fine degli anni ’80, che la compagine assume la sua forma attuale.
La realizzazione de La Locandiera è una conferma importante per Torino Spettacoli che, partendo dall’allestimento di Pamela nel 1989, ha curato in questi anni il progetto di Germana Erba e Enrico Fasella Goldoni a Torino, articolato nell’omonimo convegno, numerosi incontri e giornate di studio e la produzione degli spettacoli L’Osteria della posta, Gli innamorati, l’Avaro, La bottega del caffè e Un curioso accidente.
Dalle note di regia: “La storia di una donna che rifiuta Conti, Marchesi e Cavalieri, per impalmare Fabrizio, umile borghese quanto lei, al fine – neanche troppo dissimulato – di governare meglio la locanda, non può che essere una tipica allusione alla novità dei rapporti tra borghesia e nobiltà, nel particolare momento storico in cui l’intrigante vicenda si sviluppa. In Mirandolina, si visualizza, attraverso l’artificio scenico, quel mutamento, già ampiamente in atto nella vita reale, che vede la borghesia conquistare maggior spazio a danno della nobiltà veneziana e non solo (non dimentichiamoci che la commedia è ambientata a Firenze), dapprima quasi pacificamente coesistendo, per poi acquisire un primato che andrà via via consolidandosi negli anni successivi. L’immagine che Mirandolina mostra di sé, ammiccando con il pubblico e con la «storia», zittisce ogni commento critico sul suo personaggio: la locandiera, più che onesta o crudele, più che infida o virtuosa, è un’efficiente donna d’affari, che pone la locanda al centro della sua vita e che al suo buon andamento, subordinerà sempre e oltre qualsiasi apparenza, ogni motteggio ed ogni lusinga. In questo forse, è riconoscibile uno dei primi veri ritratti di donna «moderna» che il teatro ci ha offerto”.
Lapponia
Monica, Ramon e il piccolo Giuliano sono in Lapponia per trascorrere le vacanze di Natale con la sorella di Monica e la sua famiglia. Tutto sembra filare liscio fino a quando Ania, la nipotina di quattro anni, rivela a Giuliano che Babbo Natale non esiste: è la miccia che trasformerà un’idilliaca serata di festa ai confini del circolo polare artico in un campo di battaglia al tempo stesso esilarante e feroce in cui vedremo sgretolarsi a poco a poco le maschere di benevolenza, tolleranza e buona creanza dei quattro protagonisti. Una commedia dallo humour corrosivo e graffiante che porgerà allo spettatore uno specchio deformante nel quale scoprirà qualcosa che lo riguarda molto da vicino.
Cocktail per tre
Stagioni 2020-2021, 2021-2022, 2023-2024
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