Personaggi presi in prestito dalle Sacre Scritture, Boccaccio, Shakespeare, Allen… Uno zibaldone semiserio che spazia tra storia e letteratura, tra parodia e teatro classico, tra antiche fiabe terrificanti e sketches, ponendosi sempre la stessa domanda: nell’era della relatività ha ancora senso dividere il mondo tra buoni e cattivi? A volte il buono risulta insopportabile, il cattivone è solo ridicolo, a volte dipende dal punto di vista: ogni nemico ha un nemico malvagio per cui è lui il nemico malvagio. Nel secolo dei dubbi, in cui la comunicazione ci bombarda continuamente con messaggi contraddittori siamo così sicuri di saper distinguere cos’è il bene e cos’è il male? Chi sono i buoni e chi sono i cattivi?
Sul palco Franco Oppini, Miriam Mesturino e Gino Auriuso si avvicendano, si intersecano, si doppiano in una carrellata che scandaglia il teatro e la letteratura di tutti i tempi alla ricerca dell’eterno contrasto tra il bene e il male, a volte reinterpretando in chiave dubbiosa grandi sfide, come quella tra Caino e Abele, a volte portando in scena brani di grandi autori che già di questo dubbio hanno fatto tesoro (da Shakespeare a Woody Allen, da Boccaccio a Pirandello). Il ritmo è incalzante, l’ironia è imperante, ma lascia spazio a momenti di pura e intensa teatralità.